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Deep thinking

Deep thinking

Il 10 febbraio 1996 il campione del mondo di scacchi
Garry Kasparov iniziò un match contro Deep
Blue, un computer della Ibm creato esclusivamente
per giocare a scacchi. Un match lungo due anni
destinato a rimanere nella storia. La partita inaugurale
si concluse con una vittoria della macchina:
per la prima volta un campione del mondo veniva
sconfitto in una sfida con tempi regolari da
torneo. Quella sera Kasparov si rivolse sconsolato
all'amico Frederic Friedel: "E se questo affare fosse
invincibile?". In realtà il campione ribaltò il risultato
nelle successive cinque partite (tre vinte e due
patte) confermando quindi la sua superiorità sulla
macchina. È nella rivincita che Kasparov concesse
all'Ibm l'anno successivo, nel 1997, che il Grande
campione venne clamorosamente sconfitto da
Deep Blue. Il match Kasparov Vs Deep Blue è stato
commentato e discusso senza fine negli ultimi
venti anni da tutti gli appassionati di scacchi e di
intelligenza artificiale, ma Deep Thinking per la prima
volta racconta la versione di Kasparov: come è
stato elaborare strategia contro un avversario implacabile
e instancabile, gli errori fatti e le ragioni
della sconfitta. Anche per coloro che hanno un interesse
superficiale per gli scacchi, la lettura risulta
avvincente e mozzafiato. Come tutti i grandi
campioni, Kasparov ha fatto tesoro della sconfitta
e ne ha tratto importanti insegnamenti, dedicando
molte energie a immaginare modi in cui gli
esseri umani possono collaborare con le macchine
per produrre risultati sempre migliori. Dopo quella
sconfitta, Kasparov ha continuato a giocare con
e contro i computer, approfondendo sempre più
la relazione essenziale fra l'uomo e la sua creazione
più importante. In questo libro dialoga con filosofi
preoccupati per il destino dell'umanità, programmatori
che lavorano sull'auto-apprendimento
delle reti neurali e ingegneri che stanno piano piano
espandendo i confini della robotica, tutto questo
per comprendere fino in fondo che l'intelligenza
artificiale non va combattuta, ma abbracciata.

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